«Per amore della terra»

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Se pensiamo che il nostro sistema è, come dice Papa Francesco, “ingiusto alla radice”, questo libro di Giuseppe De Marzo ci aiuta a conoscere i tanti volti dell’ingiustizia.

Impressiona, di queste pagine, la quantità di dati, statistiche, documenti, riferimenti bibliografici volti a dimostrare quello che è sotto gli occhi di tutti ma che non tutti – vuoi per ignoranza, indifferenza o malafede – sono disposti a ammettere: il legame tra disuguaglianza sociale e degrado ambientale.

Ma Giuseppe non si limita all’aspetto critico, non si accontenta di denunciare, prove alla mano, un sistema che, mentre prometteva ricchezza, ha generato povertà, depredato il pianeta, acceso conflitti, imposto migrazioni. Analizza anche le ragioni di fondo della crisi, il pensiero che l’ha prodotta e le misure indispensabili per lasciarcela alle spalle.

La direzione è quella della Laudato sì. Come nell’enciclica del Papa, anche qui viene messo in evidenza l’aspetto culturale del problema. Non bastano i pur necessari correttivi economici, non bastano i trattati dove ci s’impegna – più che altro a parole – a ridurre le emissioni di carbonio. Occorre un cambiamento radicale del nostro modo d’essere, ossia del nostro modo di relazionarci agli altri e all’ambiente, perché l’uomo ha una natura relazionale, e senza relazioni – o con relazioni solo opportunistiche, come quelle proposte da un sistema imperniato sulla selezione e sulla competizione – l’uomo appassisce, perde anima e dignità.

Il Papa parla a proposito di “conversione ecologica”, qui – da altra ma complementare prospettiva – si insiste sul concetto di “giustizia ambientale”. È una questione cruciale, perché in un mondo in cui le logiche del profitto si sono impadronite dei beni essenziali, il concetto tradizionale di giustizia va ripensato, pena il ritrovarsi con leggi incapaci di arginare la mercificazione del pianeta e le tante forme di discriminazione, esclusione e oppressione che ne derivano.

Ma il problema, ovviamente, non è solo legislativo. Le leggi sono fondamentali, ma restano magnifiche astrazioni se non affondano le radici nella vita e nelle coscienze delle persone, se non vengono alimentate dai loro comportamenti, se non si sposano a un’etica.

Emblematica a riguardo è la riflessione sui diritti della natura, ossia sulla necessità, sollecitata non solo da giuristi illuminati ma da movimenti e realtà impegnate nella difesa della Terra, di fare della natura un soggetto giuridico, una realtà che, al pari delle persone, ha una sua intrinseca e inviolabile dignità. In Ecuador e in Bolivia – Paesi non a caso sfruttati e depredati dalle multinazionali occidentali – questa utopia è già realtà, e dal decennio scorso i diritti della natura sono riconosciuti nelle loro Costituzioni. Ma è evidente che la partita, oltre che politica, è culturale e prima ancora educativa.

Il riconoscimento della Terra come madre e casa comune deve cominciare dall’infanzia, con percorsi veri, articolati, capaci di trasformare l’istintiva attrazione per la natura che proviamo da bambini in conoscenza e responsabilità. Altrimenti c’è il rischio, crescendo, di “addomesticarci”, perdere sempre più il sentimento di questo legame. «A una certa età tutti voi, uomini, cambiate. Non rimane più niente di quello che eravate da piccoli. Diventate irriconoscibili» scrive ne Il segreto del bosco vecchio il mio conterraneo bellunese Dino Buzzati, grande scrittore e grande amante della natura e delle montagne.

Ben vengano allora norme e trattati che parlino a nome della natura, ma prima che tutelata la natura chiede di essere amata. L’amore presente nel titolo di questo libro, l’amore con cui è stato scritto.

È la prefazione al libro Per Amore della Terra di Giuseppe De Marzo (Castelvecchi, 2018)

Gli autori

Luigi Ciotti

Luigi Ciotti, prete cattolico, è fondatore e presidente del Gruppo Abele e di Libera - associazioni, nomi e numeri contro le mafie. È da sempre impegnato nel sociale, sui temi della legalità e dei diritti e in difesa della pace.

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