Quando il taglio dei parlamentari venne approvato dal Senato l’idea di ribaltare quel voto con un referendum sembrava una follia. Poi si è cominciato a ragionare. E la domanda è diventata chiara: è ragionevole pensare che avere meno rappresentanti consenta ai cittadini di far sentire di più la propria voce per cambiare in meglio la società?
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La posta in gioco nel referendum
Quando il taglio dei parlamentari venne approvato dal Senato l’idea di ribaltare quel voto con un referendum sembrava una follia. Poi si è cominciato a ragionare. E la domanda è diventata chiara: è ragionevole pensare che avere meno rappresentanti consenta ai cittadini di far sentire di più la propria voce per cambiare in meglio la società?