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Osservatorio settimanale

La violenza ritorna nelle strade del Nicaragua; si stringe l’azione giudiziaria contro l’ex presidente colombiano Uribe; il Venezuela annuncia il rilascio di prigionieri politici; Piketty, Chomsky e altri 300 intellettuali chiedono il rilascio di Lula…

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Introduzione

Anche quest’anno, il 2 giugno, la nostra Repubblica si autocelebra con una sfilata militare e, dunque, con un tripudio di armi, divise e bandiere. Benché nel suo atto di nascita ci sia scritto che «l’Italia ripudia la guerra». Noi che “vogliamo la luna” – qui e ora – cominciamo altrimenti.

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2018, dove sono i pacifisti?

Dove sono i pacifisti? La domanda è questa, è inutile girarci intorno. Del resto, abbiamo avuto il movimento pacifista più grande del mondo. I pacifisti esistono, anche se meno al centro della scena. Ci sono esperti, associazioni e settori dedicati, volontari, reti unitarie, campagne. Ma tutto ciò non produce un campo di forze all’altezza della situazione…

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La Palestina violata

L’interminabile tragedia del popolo palestinese è tale anche per lo statuto di impunità garantito al suo oppressore, il governo e l’esercito israeliano, in modo pressoché unanime da tutta la comunità internazionale, che contempla imbelle e senza colpo ferire la sistematica violazione della sua strombazzata legalità.

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L’età della destabilizzazione

Come è cominciata l’età della destabilizzazione? Per capire cosa accade in Medio Oriente con l’escalation diplomatica tra Stati Uniti e Iran e i raid israeliani in Siria, bisogna iniziare dalle origini. Ed esaminando gli ultimi 40 anni, tra terrorismo e destabilizzazione, torna alla mente un proverbio dei nostri vecchi: «Chi semina grandine raccoglie tempesta».

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Il genocidio annunciato del popolo kurdo

Il Tribunale permanente dei popoli, affermando la responsabilità del Governo turco per crimini di guerra e violazioni dei diritti fondamentali della popolazione kurda, rompe il silenzio istituzionale sulle politiche di uno Stato che svolge un ruolo chiave nella regione e in Europa, grazie all’impunità garantitagli dalla comunità internazionale.

Qualcuno li fermi!

I bombardamenti sulla Siria di Donald Trump, di Theresa May e di Emmanuel Macron non hanno altra giustificazione che la loro debolezza, ma avvicinano – drammaticamente e nel silenzio complice dei più – il momento di un’esplosione devastante in tutta l’area mediorientale e su scala globale.