Chiamare il fascismo con il suo nome

Il pestaggio degli studenti fiorentini è fascismo. Di fronte ad esso, come di fronte alle discriminazioni, non è lecito tacere. Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Questo disgustoso rigurgito è favorito dal silenzio e non passa da sé.

Intitolare una scuola a Tina Anselmi, partigiana: il no del sindaco

Accade a Marcon, piccolo comune della terraferma veneziana. Maestri e genitori decidono di intitolare il nuovo plesso scolastico a Tina Anselmi. Ma il sindaco e la giunta di destra si oppongono: dare il nome di una partigiana a una scuola non si può fare. Alla fine del braccio di ferro prevale la scelta della scuola, ma resta la ferita di amministratori pubblici che calpestano i valori della Costituzione antifascista.

All’armi son fascisti! Torino deve reagire

Il fascismo è tornato al governo. In modo ostentato e sfrontato. I suoi esponenti preannunciano persino la volontà di partecipare, senza prese di distanza dal passato, alla festa del 25 aprile. A fronte di ciò non si può parlare di una semplice alternanza di governo. È un salto di qualità senza precedenti, la fine di un’epoca. Bisogna reagire. Subito. Riunendoci per praticare la Costituzione.

Gli antenati e i camerati di Giorgia

Il presidente del Senato, esponenti del Governo e la stessa presidente del Consiglio celebrano il ruolo storico dell’Msi. Altro che post fascisti! L’Msi è sorto contro il nuovo Stato nato dalla Resistenza ed è stato punto di riferimento di molti protagonisti dell’eversione nera degli anni ‘60 e ‘70. Chi oggi governa il Paese resta legato a quei “valori”, che coniuga con il più esasperato neoliberismo.

Casa Pound e il leone di Hitler

I solerti servitori dell’establishment e i soloni decotti si sgolano a blandire il Governo: «no, altro che fascismo, ma quale destra estrema, sono cambiati, moderati, europei, moderni…». Per capire come stanno davvero le cose, basterebbe fare attenzione alla lingua e alle immagini, come quelle che accompagnano l’inaugurazione della sede di Casa Pound a Firenze, del tutto simili a quelle che accolsero Hitler nel 1938.

Conservatori, un nome nuovo per la destra estrema

Da tempo è evidente la volontà di Fratelli d’Italia di darsi una rappresentazione diversa da quella di semplice partito postfascista. La parola scelta per tale operazione è “conservatori”, già etichetta di una categoria molto ampia ed eterogenea. Intanto, su scala mondiale – dagli Usa all’India, dall’Europa al Brasile – il conservatorismo si sta trasformando, con lo spostamento del proprio baricentro verso la radicalità.

Cent’anni dopo la marcia su Roma, pensare in retromarcia

Cent’anni dopo la marcia su Roma, mentre si riaffacciano i fantasmi del passato, occorrono mobilitazioni forti, una scossa che salga dal basso e cambi il corso degli eventi. Abbiamo bisogno, come al tempo della resistenza, di pensieri nuovi, di ispirazioni utopiche; abbiamo urgenza di costruire, nelle lotte e nei comportamenti quotidiani, una società alternativa al modello dominante. Marciando in senso contrario.

Ignazio Benito Maria La Russa

Se guardo le foto di La Russa sui giornali o in tv, mi ritrovo dentro un incubo. L’incubo di un fascismo che non è mai passato. Cent’anni fa le forze democratiche assistettero esangui alla presa del potere del duce; oggi si dividono e un manipolo di quinte colonne consente addirittura l’elezione di La Russa a presidente del Senato. Difficile negarlo: se oggi abbiamo la destra peggiore è perché abbiamo avuto la peggiore sinistra.

Appunti sul “fascismo storico” e quello attuale

La destra vittoriosa nelle recenti elezioni politiche non è la fotocopia del fascismo storico, ma nelle mutate condizioni sociali e politiche neppure Mussolini e Italo Balbo userebbero oggi la pratica violenta e la retorica nazionalista di cento anni fa. Restano gli stessi interessi materiali sottostanti e una visione altrettanto conservatrice nei rapporti economici e sociali e reazionaria nei valori culturali.