Massimo Villone, professore emerito di Diritto costituzionale nell'Università "Federico II" di Napoli ed editorialista del quotidiano “il manifesto”, è presidente del Coordinamento per la Democrazia costituzionale e del Comitato per il NO al taglio del Parlamento.
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Riguardo alle firme online è possibile che cerchino l’agone referendario temi che sarebbe meglio lasciare a un più meditato dibattito. Nel caso, bisognerà battersi perché falliscano l’obiettivo. Ricordando che togliere preventivamente la parola al popolo sovrano affatica la democrazia molto più che darla.
Forse una gestione efficace dei fondi Recovery nelle strutture e nei procedimenti ordinari non è possibile. Ma buon senso politico e rispetto della Costituzione richiedono che la specialità sia mantenuta al minimo livello indispensabile. Semplificando i procedimenti amministrativi e non le architetture istituzionali.
I gruppi parlamentari hanno deciso «una riduzione concordata nel numero di deputati che affluiranno a Montecitorio che garantisca la proporzionalità fra i gruppi stessi e il plenum della maggioranza assoluta dei componenti». Il virus non c’entra. Siamo al contingentamento della democrazia rappresentativa.
La riforma della legge elettorale è nell’agenda del Governo Conte bis insieme al taglio dei parlamentari, posto da M5Stelle come priorità. Se il taglio si facesse a legge elettorale invariata, la distorsione della rappresentatività delle assemblee sarebbe fortissima e anche incostituzionale. Anche per questo occorre un ripristino del proporzionale.
Johnson ha imposto al Parlamento inglese una “sospensione” dei lavori per impedire ai contrari al no deal di ostacolare la sua Brexit strategy. Un disegno populista ma anche un segno della sua debolezza in Parlamento. A dimostrazione che, se ci sono divisioni nella politica, non c’è legge elettorale che tenga.