Massimo Villone, professore emerito di Diritto costituzionale nell'Università "Federico II" di Napoli ed editorialista del quotidiano “il manifesto”, è presidente del Coordinamento per la Democrazia costituzionale e del Comitato per il NO al taglio del Parlamento.
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Nella storia della Repubblica nessun Governo ha fatto tanto danno in un tempo così breve. L’esecutivo sarà pure targato Meloni, ma nella fase di avvio la Lega ha preso il volante, con un Salvini d’annata. Concorre al danno il ministro Roberto Calderoli, che consegna alla Conferenza delle regioni un progetto di legge di attuazione per l’autonomia differenziata che mette il turbo al motore separatista.
Il presidente della Toscana, appoggiato dalla ministra Gelmini, rivendica la competenza regionale in tema di energia. Forse non si è accorto della guerra. Ma, intanto, due domande si affacciano: chi decide la politica energetica del Paese? e, poi, se l’autonomia differenziata è questo, non sarebbe più chiaro dire che si vuole un separatismo, sia pure soft?
Riguardo alle firme online è possibile che cerchino l’agone referendario temi che sarebbe meglio lasciare a un più meditato dibattito. Nel caso, bisognerà battersi perché falliscano l’obiettivo. Ricordando che togliere preventivamente la parola al popolo sovrano affatica la democrazia molto più che darla.
Forse una gestione efficace dei fondi Recovery nelle strutture e nei procedimenti ordinari non è possibile. Ma buon senso politico e rispetto della Costituzione richiedono che la specialità sia mantenuta al minimo livello indispensabile. Semplificando i procedimenti amministrativi e non le architetture istituzionali.
I gruppi parlamentari hanno deciso «una riduzione concordata nel numero di deputati che affluiranno a Montecitorio che garantisca la proporzionalità fra i gruppi stessi e il plenum della maggioranza assoluta dei componenti». Il virus non c’entra. Siamo al contingentamento della democrazia rappresentativa.
La riforma della legge elettorale è nell’agenda del Governo Conte bis insieme al taglio dei parlamentari, posto da M5Stelle come priorità. Se il taglio si facesse a legge elettorale invariata, la distorsione della rappresentatività delle assemblee sarebbe fortissima e anche incostituzionale. Anche per questo occorre un ripristino del proporzionale.
Johnson ha imposto al Parlamento inglese una “sospensione” dei lavori per impedire ai contrari al no deal di ostacolare la sua Brexit strategy. Un disegno populista ma anche un segno della sua debolezza in Parlamento. A dimostrazione che, se ci sono divisioni nella politica, non c’è legge elettorale che tenga.