Sergio Sinigaglia (Ancona, 1954) ha svolto le professioni di libraio e successivamente di giornalista in una società di comunicazione. Dal 1976 al 1978 è stato redattore a Roma del quotidiano Lotta Continua, organizzazione dove ha militato sin dal 1970. A partire dalla metà degli anni Novanta ha collaborato con il mensile Una città (1995-99), il settimanale Carta Cantieri Sociali (1998-2010) e i quotidiani Il Centro (1995) e il Manifesto (2010-2014). Dal 2018 al 2021 ha scritto commenti su temi di attualità e recensioni sul sito Global Project. Attualmente scrive sul trimestrale Malamente.
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La guerra in Ucraina continua senza che si vedano vie di uscita. E altre guerre insanguinano il pianeta. In questo contesto le divisioni crescono anche tra compagni di provata militanza. Prima di precipitare verso il baratro non sarebbe possibile almeno aggregare un fronte ampio contro la corsa al riarmo che sta avvelenando l’Europa?
I venti di guerra che percorrono l’Europa ci impongono di ripensare l’Occidente, di valorizzare l’Europa mediterranea, di mettere da parte il delirio di onnipotenza e qualunque mira egemonica, di porre al centro del nostro essere il rapporto con la natura. In questa opera ci soccorre la rilettura di pensatori controcorrente come Franco Cassano e Slavoj Zizek.
Gli operai della GKN di Firenze hanno iniziato l’“Insorgiamo Tour” in giro per l’Italia. È un’occasione preziosa per fare rete solidale e favorire relazioni politiche e sociali proficue. Ma è anche uno stimolo a riflettere su quel che ci aspetta: un futuro incerto in cui non sarà lo Stato a salvarci e in cui è difficile individuare anche cosa e come produrre.
Anche il dizionario della pandemia si sta aggiornando continuamente e si parla sempre più di convivere con la pandemia e di normalizzare l’emergenza. Ma ciò con cui si dovrebbe convivere è, a ben guardare, il “capitalismo dei disastri”. E, purtroppo, c’è poco da appellarsi all’ottimismo della volontà ché a prevalere è, piuttosto, il pessimismo della ragione.