Sergio Labate è professore di Filosofia teoretica presso l’Università di Macerata. Tra i sui temi di ricerca ci sono il lessico della speranza e dell’utopia nell’età secolarizzata, la filosofia del lavoro, le passioni come fonti dei legami sociali, la difesa della democrazia costituzionale nell’epoca del suo disincanto generalizzato. È stato presidente di Libertà e Giustizia. Tra le sue pubblicazioni: “La regola della speranza. Dialettiche dello sperare” (Cittadella 2012), “Passioni e politica” (scritto insieme a Paul Ginsborg, Einaudi 2016), “La virtù democratica. Un rimedio al populismo” (Salerno editrice 2019).

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Fascismo 2.0: la crudeltà come metodo di governo

I migranti sono, ancora una volta, la cartina di tornasole della politica italiana. Il prolungamento fino a diciotto mesi della loro detenzione amministrativa nei CPR, annunciato da Giorgia Meloni, è un punto di non ritorno. Nessuna ricerca di una maggiore efficacia (sia pure distorta), solo una esibizione di crudeltà, morale e politica, che diventa sistema di governo. È la cifra del fascismo 2.0.

Il generale, Ken e Barbie

Il caso Vannacci è un apologo delle contraddizioni della destra, che cerca di tenere insieme conservatorismo moralistico (icasticamente impersonato dal generale) e capitalismo iperindividualista (proprio di molti suoi critici alla Barbie). Se la sinistra si limiterà ad accodarsi a critiche di superficie, senza smascherare le due facce della destra, sarà ancora una volta un’occasione perduta.

Tormentoni di Ferragosto, sinistra e capitalismo

Chi è l’antagonista politico della sinistra? La destra oppure il capitalismo? Domanda epocale da pensosi politologi che fa capolino, peraltro, anche nei consueti tormentoni di Ferragosto (quest’anno imperniati sui costi per la divisione della pizza, per il doppio piatto o per la doppia forchetta e sul canone mensile di un ombrellone al Twiga). Incredibile ma vero. Basta ragionarci un attimo…

Il campionato di calcio e le contraddizioni della destra sulle tasse

C’è un apologo interessante che viene dal mondo del calcio. La Reggina è esclusa dal campionato di serie B per il mancato pagamento integrale dei debiti accumulati negli anni (avendo definito un concordato in cui si impegna a pagare il 5 per cento del dovuto). A insorgere sono presidenti e rappresentanti delle società in regola con i pagamenti. Quegli stessi che, in Parlamento, propongono un condono per gli evasori…

La sinistra che perde (riflessioni a margine della morte di Berlusconi)

La scomparsa della sinistra nell’epoca del trionfo del capitalismo ha molte cause. Tra queste ce n’è una, evidenziata dall’accettazione supina del lutto nazionale per la morte di Berlusconi, che si potrebbe definire “servitù volontaria”. È tempo di capire che la sinistra non può limitarsi a combattere l’ingiustizia, ma deve combattere gli ingiusti.

La destra al potere: «Non facciamo prigionieri!»

Due mesi fa una (allora) oscura parlamentare di Fratelli d’Italia apostrofò Tomaso Montanari con le parole: «Stia pur sicuro che da noi non avrà mai diritto di parola!». Non era una battuta infelice ma un programma politico oggi in pieno svolgimento: la regola è diventata prendersi tutto, trasformare ogni occasione in propaganda di regime, dileggiando ogni regola di pluralismo democratico e ogni pudore.

L’antifascismo spiegato a mio figlio

In questo 25 aprile che ci dice l’evidenza del tempo presente con la stessa efficacia di una coltellata, non voglio esibire l’orgoglio del vincitore ma l’umiltà ostinata del combattente. In funzione di una democrazia incarnata e non solo difensiva. Perché il 25 aprile sia una garanzia per il futuro di mio figlio e dei ragazzi come lui e non solo la celebrazione del nostro passato.

L’Italia ripudia il conflitto

Le proteste che incendiano Francia e Israele sono, nel nostro Paese, inesistenti e addirittura inimmaginabili, pur in presenza di una situazione sociale e politica per molti versi analoga. Sarà la sfiducia nella politica o lo sfarinamento della società civile o la reciproca frattura tra istituzione e protesta sociale. Ma certo viene spontaneo dire che l’Italia, affascinata dalla guerra, ripudia il conflitto interno.