Adriano Serafino, diplomato all’Istituto Avogadro di Torino, negli anni ’60 ha lasciato il lavoro di ricercatore all’Olivetti di Ivrea per impegnarsi nell’attività sindacale. Ha ricoperto gli incarichi di responsabile della Lega Fim-Cisl di Mirafiori dal 1965-71, di Segretario Generale della Fim e della Flm torinese. È stato componente del CdA dell’Agenzia della Casa di Torino, membro supplente nel Comitato Europeo Sociale a Bruxelles, consigliere della Comunità Montana Bassa Valle Susa. Per anni ha collaborato con la redazione della rivista Azimut, promossa dalla Fim di Milano, e del foglio torinese Consenso. Infine, da pensionato, è stato co-fondatore ed è redattore del sito www.sindacalmente.org.
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L’amministratore delegato di Stellantis è stato chiaro: se i governi non continueranno a sovvenzionare la vendita di veicoli elettrici, la situazione diventerà insostenibile e si aprirà una stagione di cassa integrazione e licenziamenti. Ma i sindacati aspettano, non si capisce che cosa, senza chiedere alla società investimenti per la transizione e sperando in un (improbabile) sostegno dello Stato.
Cinquant’anni fa, mentre venivano alla luce le schedature dei lavoratori da parte della Fiat (con il concorso delle istituzioni), un accordo integrativo aziendale – intervenuto dopo 2 milioni di ore di sciopero – modificò profondamente le condizioni di lavoro in fabbrica. Mezzo secolo dopo quell’esperienza ha ancora molto da insegnare.
La staffetta tra Annamaria Furlan e Luigi Sbarra alla guida della CISL ha un che di “feudale”. Programmata nei piani alti del sindacato, senza alcun confronto tra i lavoratori sui contenuti, la sostituzione è l’ennesimo segnale di una crisi che solo un “sindacato nuovo” può (forse) arrestare. In ogni caso occorre discuterne.