Giustino Scotto d’Aniello, classe 1953, origini napoletane, una laurea in Sociologia presso l’Università degli Studi di Napoli è stato, dal 1980 fino al 2019, dipendente del Comune di Cirié come funzionario dell’ufficio politiche sociali. È esperto, in particolare, di politiche abitative.
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A oltre un mese dall’inizio della colorita protesta degli studenti contro il caro affitti il quadro è immutato. In Italia solo il 5% degli studenti universitari vive in uno studentato pubblico (contro una media europea del 18%) e i prezzi degli affitti sono sempre più alti. È lo specchio di un Paese in cui manca un piano casa strutturato, con politiche in grado di rispondere alle necessità delle persone e ai problemi dei centri storici.
Oggi in Italia, le famiglie spendono in media il 23% del loro reddito lordo per mantenersi un tetto sopra la testa. La crisi energetica, con le connesse speculazioni, renderà la situazione ancor più pesante. Eppure le proposte contenute nei programmi elettorali sono deboli o gravemente insufficienti. Non resta che la ripresa dei movimenti!
In Italia il disagio abitativo non è un’emergenza ma una caratteristica strutturale conseguente all’alto costo degli affitti (che, insieme alle spese connesse, incide per il 31,5% delle spese delle famiglie) e alla carenza di offerta pubblica di edilizia popolare. Eppure nel Recovery Plan le risorse destinate ad alloggi sociali ammontano a soli 500 milioni (pari allo 0,5% del totale).
Una recente trasmissione televisiva condotta da Paolo Mieli ha riproposto all’attenzione la figura di Danilo Dolci. Con alcuni giudizi approssimativi in ordine alle sue analisi sulla mafia e ai suoi rapporti con l’Unione Sovietica. A dimostrazione che, a distanza di oltre 50 anni dai fatti, Dolci è ancora un intellettuale scomodo.
Tra le emergenze del dopo Covid c’è quella abitativa. Oltre il 35% delle famiglie in affitto non sarà in condizioni di pagare regolarmente il canone. Eppure manca una politica della casa e le misure previste dal Governo – sostegno al reddito e incremento delle misure di sostegno esistenti – sono all’evidenza insufficienti.