Michele Prospero, professore di filosofia del diritto nell’Università della Sapienza di Roma, studia, in particolare, il sistema istituzionale italiano e il pensiero politico della sinistra. Autore di numerosi saggi collabora, tra l’altro, con “il manifesto”.
Contenuti:
La sconfitta della sinistra ha una dimensione europea: anche per questo è illusorio pensare che bastino dei cambiamenti di leadership nazionali per invertire la tendenza. Intanto, la guerra incombe con effetti profondi sul vissuto delle persone e sugli scenari politici. Possibile che i socialisti e i democratici europei non mettano in agenda una riflessione comune sulla crescente inadeguatezza della loro offerta politica?
La lezione dei falò di Parigi è chiara. Privo di una maggioranza parlamentare Macron impone le sue scelte con decreto, ricorre alla forzatura, umilia il Parlamento, chiude gli spazi del dialogo. Scelta di un presidente tecnopopulista ma, anche, portato di un semipresidenzialismo che è, ovunque, insidioso e che in Italia la destra persegue sol per archiviare la repubblica parlamentare prodotta dall’antifascismo.
I regimi presidenziali mostrano in tutto il mondo segni di involuzione. La lezione di Trump e Bolsonaro è univoca: il presidente sconfitto non riconoscere l’esito del voto e aizza i suoi sostenitori affinché insorgano contro le istituzioni. Ma il Governo Meloni guarda ammirato e accelera sulla riforma istituzionale per passare alla repubblica post-parlamentare.
Un Governo a tutti i costi per frenare l’ascesa della Lega finisce per favorire quella della destra tout court. L’inconsistenza dell’azione governativa, unitamente a un’irresponsabile riduzione dei parlamentari e a una legge elettorale maggioritaria, rischia di deteriorare il sistema democratico e di dissanguare la sinistra.
C’è, in Italia, un problema democratico senza precedenti: la svolta autoritaria contro i diritti fondamentali (dei migranti e non solo) si accompagna alla mortificazione del Parlamento, costretto ad approvare la legge di bilancio senza neppure conoscerne il testo. Il tutto nel vuoto di quel che resta della sinistra e del sindacato.
Non è scontato che la durata dell’esperienza populista sia effimera. Potrebbe essere una fase durevole, perché inserita in una tendenza epocale. Sono tornati anni difficili. Quelli che una volta avrebbero richiesto esercizi democratici di resistenza, nella teoria e nella prassi.