Alessandro Portelli, storico, critico musicale e anglista, è stato professore di letteratura angloamericana all'Università di Roma La Sapienza. Tra i principali teorici della storia orale ha, tra l’altro, raccolto poesie e canzoni popolari statunitensi e scritto diversi saggi sulla letteratura afroamericana.
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70 milioni di americani votano Trump e in migliaia sono pronti a prendere le armi in suo nome. Non basta parlare di complotti ed evocare esaltati e “bifolchi”. Bisogna entrare dentro questo cuore di tenebra e cercare di capire, non per dargli ragione ma per riconoscere le cause e cercare di affrontarle e risolverle.
Il “disagio delle periferie” con connesse rivolte contro i più poveri (dai Rom ai migranti) è frutto della sottrazione di dignità e diritti, incentivata dalla delega a capi o capitani. A questa espropriazione occorre oggi reagire con forme nuove di presenza civile organizzata nelle città. È questa la moderna Liberazione.
Tra gli anni della presidenza Bush e la presidenza Trump di oggi, con la parentesi presto cancellata di Barack Obama, attraverso la crisi economica e il senso di stare smarrendo la loro egemonia mondiale, gli Stati Uniti vivono la pericolosa combinazione di paura e onnipotenza.
Nelle strade di New York, tra i giovanissimi che sfidano la lobby delle armi remixando gli slogan del Vietnam: il futuro è già cominciato.