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Perini Fulvio, sindacalista alla CGIL, ha collaborato con la parte lavoratori, Actrav, dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro.
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Il cambiamento legislativo è ormai definito: in Spagna i rider saranno considerati a tutti gli effetti lavoratori dipendenti. Ciò grazie a una modifica della statuto dei lavoratori concordata tra ministero del lavoro, associazioni sindacali e organizzazioni degli imprenditori. E in Italia? Una soluzione analoga sembra ancora lontana…
In India i lavoratori dell’industria e i contadini sono in agitazione da mesi in difesa delle condizioni di lavoro e contro le politiche liberiste del Governo Modi. Allo sciopero generale dei contadini del 26 novembre hanno partecipato in 250 milioni. Le lotte per il lavoro sono imponenti e diventano sempre più anche lotte per la democrazia.
Nel Regno Unito la riflessione sulla opportunità di ridurre l’orario di lavoro a 32 ore per quattro giorni alla settimana a parità di retribuzione è in corso. Anche per aumentare l’occupazione. In Italia, invece, si continua a pensare (a torto) che per far crescere l’occupazione si debba diminuire il costo del lavoro.
Nel primo turno delle presidenziali ecuadoregne Andrès Arauz ha sconfitto nettamente la candidata sostenuta dal presidente uscente Moreno. Ancora non è chiaro con chi si confronterà al ballottaggio ma c’è, in ogni caso, uno spostamento a sinistra dell’elettorato. Anche se non mancano le ombre.
Anche i razzisti sanno che c’è bisogno dei migranti. Ma li vogliono umiliati e privi di diritti. Gli strumenti sono l’esclusione sociale e la discriminazione nel lavoro, teorizzate o, comunque, praticate. Per il lavoro le differenze salariali sono un buon indicatore. L’Italia con una differenza nei salari del 29,6% è tra le prime in Europa.
In Germania una lunga mobilitazione sindacale ha portato all’approvazione di una legge che vieta, nel settore delle carni, il ricorso al subappalto, limita il lavoro temporaneo e stabilisce parità di retribuzione tra lavoratori temporanei e a tempo indeterminato. L’Italia – triste dirlo – si muove in direzione contraria.
A metà dicembre la Camera sociale della Corte Suprema di Spagna ha modificato la propria giurisprudenza e ha definito illogica e illegittima la temporaneità dei contratti di lavoro quando la fornitura di un prodotto o di un servizio da parte dell’impresa in appalto ha necessariamente una continuità per il ciclo di lavorazione.
Oltre due miliardi di esseri umani si procurano da vivere con lavoro informale (cioè senza regole e senza diritti). Sono più del 60% degli occupati censiti a livello mondiale. La situazione riguarda soprattutto le donne e il settore agricolo ed è particolarmente grave in Africa. Anche in Italia, peraltro, i lavoratori flessibili sono il 16%.
Il 15 novembre si è svolto in Brasile il primo turno delle elezioni comunali che ha interessato 150 milioni di elettori. Era anche un test in vista delle elezioni presidenziali del 2022. I candidati di Bolsonaro sono stati quasi tutti battuti ma a beneficiare della sconfitta è stato più il centro che una sinistra divisa, seppur in ripresa.
In Cile il cambiamento della Costituzione voluta da Pinochet per ingabbiare la democrazia è stato approvato con il 78% dei voti. È stato il frutto di un movimento plurale e unitario che ha messo in ginocchio il governo Piñera. Come in Bolivia una settimana prima, hanno vinto le donne, gli indigeni, i movimenti, i sindacati dei lavoratori.