Livio Pepino, già magistrato e presidente di Magistratura democratica, dirige attualmente le Edizioni Gruppo Abele. Da tempo studia e cerca di sperimentare, pratiche di democrazia dal basso e in difesa dell’ambiente e della società dai guasti delle grandi opere. Ha scritto, tra l’altro, "Forti con i deboli" (Rizzoli, 2012), "Non solo un treno. La democrazia alla prova della Val Susa" (con Marco Revelli, Edizioni Gruppo Abele, 2012), "Prove di paura. Barbari, marginali, ribelli" (Edizioni Gruppo Abele, 2015) e "Il potere e la ribelle. Creonte o Antigone? Un dialogo" (con Nello Rossi, Edizioni Gruppo Abele, 2019).
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Il ministro per le infrastrutture Toninelli diffida TELT dall’indire appalti per la Nuova linea ferroviaria Torino-Lione prima della rivalutazione dell’opera da parte di Italia e Francia. È un primo passo. Ma ora occorre passare dalle parole ai fatti e iniziare quella rivalutazione…
I diritti stanno diventando un optional: in tema di lavoro, nel conflitto sociale, per i migranti… E sempre meno ciò trova un argine nella giurisdizione. È in questo contesto che si collocano i risultati delle elezioni per il rinnovo del Consiglio superiore della magistratura: ha vinto la destra e la sinistra è (quasi) scomparsa.
Nelle elezioni per il CSM hanno vinto le destre, da tempo egemoni su giudici e pubblici ministeri. Si compirà così per vie interne la normalizzazione della giurisdizione auspicata dalla politica. Nel silenzio di una magistratura progressista priva di prospettive.
Cédric Herrou, il contadino francese diventato simbolo dell’accoglienza dei migranti, ha vinto un’altra battaglia. A seguito di un suo ricorso il Conseil constitutionnel ha dichiarato illegittima l’incriminazione di chi fornisce assistenza disinteressata, in territorio francese, ai migranti in situazione irregolare
F35, Afghanistan, missioni militari. I Governi cambiano ma le spese militari e l’impegno in operazioni belliche sembrano, per il nostro Paese, immodificabili. Nonostante l’entità delle spese e l’articolo 11 della Costituzione secondo cui l’Italia ripudia la guerra…
Il panico sociale genera mostri e introduce politiche autoritarie. Basta cavalcarlo per costruire capri espiatori e nemici (interni ed esterni) contro cui indirizzare la rabbia sociale prodotta dalla crisi. È questa l’opzione della destra del nuovo millennio. In Italia il principale interprete ne è Salvini, il “ministro della paura”.
«C’è certamente del vero: lo ha detto la radio!»: basta il mezzo utilizzato a rendere credibili notizie inventate e palesemente inverosimili. Due casi accaduti in Gran Bretagna e negli Stati Uniti dicono più di molte analisi come si costruisce e diffonde il panico sociale.
Dice Salvini, e con lui il programma di governo: «non dovrà più esistere l’eccesso di legittima difesa» e «se un delinquente entra nella mia proprietà ho diritto di difendermi comunque e lui deve sapere che, se è entrato in piedi, può uscirne steso».
Condivido l’analisi contenuta nella scheda introduttiva di questo forum. Siamo di fronte non solo a una vittoria schiacciante della destra e della sua cultura (ben oltre il pessimo governo che …
C’è, nel “programma di governo” di M56 e Lega, un timido accenno alla volontà di ridiscutere il Tav Torino-Lione. Poco, ma è bastato a dare il via alla saga delle bufale su inesistenti “penali” da pagare in caso di rinuncia all’opera.