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Profilo:
Luca Mercalli (Torino, 1966), climatologo, direttore della rivista Nimbus, presiede la Società Meteorologica Italiana, associazione nazionale fondata nel 1865. Si occupa di ricerca su climi e ghiacciai alpini, insegna sostenibilità in scuole e università in Italia, Svizzera e Francia e la pratica in prima persona, vivendo in una casa a energia solare, viaggiando in auto elettrica e coltivando l'orto. Per RAI3 ha lavorato a "Che tempo che fa", "Scala Mercalli" e "TGMontagne". Editorialista per La Stampa, scrive anche su Donna Moderna e Gardenia; ha al suo attivo migliaia di articoli e oltre 1600 conferenze, voce innovativa nella comunicazione ambientale. Tra i suoi libri: Filosofia delle nuvole, Che tempo che farà, Viaggi nel tempo che fa, Prepariamoci, Clima bene comune, Il mio orto tra cielo e terra.
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In Australia, in due mesi, è andato a fuoco un territorio grande come il Nord Italia. A Venezia dal 1960 le acque alte sono passate da una ogni due anni a nove all’anno. In Provenza il termometro ha toccato, nel giugno 2019, i 46° C. Il clima è irrimediabilmente malato. Quel che si può fare è solo incidere sulla gravità della malattia.
Il collasso climatico è in atto e ormai può solo essere contenuto. Lo vediamo persiono nelle nostre pianure e nei nostri vigneti. Ma la politica, mentre inneggia a Greta Thunberg, evita ogni seria azione di contrasto e dà il via a grandi opere che immettono nell’atmosfera milioni di tonnellate di CO2.
La realizzazione della Torino-Lione comporterebbe, nel prossimi 20 anni, una crescita massiccia di inquinamento. I suoi fautori prospettano benefici a partire dal 2040. Ma il clima è in crisi adesso e, se non si riducono subito le emissioni, il punto di non ritorno è dietro l’angolo.
Tra le ragioni per la costruzione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione c’è anche quella ecologica. Si sostiene che la Grande Opera ridurrà le emissioni trasferendo traffico da gomma a rotaia. …