Luca Masera è professore di diritto penale nell’Università di Brescia e componente del Consiglio direttivo dell’ASGI (Associazione studi giuridici sull’immigrazione).
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Stephan Schmidheiny, già proprietario di Eternit, è stato condannato a 12 anni per omicidio colposo, in relazione alla morte per patologie correlate all’amianto di 150 lavoratori di Casale Monferrato. La sentenza, unica nel suo genere, ha fatto discutere, ma rappresenta una svolta importante se si vuol evitare che la sanzione penale sia solo uno strumento di repressione del disagio e della devianza.
Decidendo sul caso di alcuni migranti incriminati per essersi opposti con la forza al tentativo del capitano del rimorchiatore che li aveva soccorsi di riportarli sulle coste libiche, la Cassazione li ha assolti per avere agito in situazione di legittima difesa non essendo la Libia un porto sicuro per i migranti. A questo punto è auspicabile che tale assunto non sia più messo in discussione.
«Nessun giudice può condannarmi – dichiara Salvini dopo il rinvio a giudizio per la vicenda della nave Open Arms ‒ perché ho agito nell’interesse pubblico». Dimentica l’ex ministro che ciò è stato già escluso dal Senato e che i giudici dovranno solo accertare se ha violato la legge penale.
Il Senato ha deciso: Salvini deve essere processato per la vicenda della nave Gregoretti. Ora, nel seguito del processo, avranno rilievo solo i fatti e non la qualità di ministro del loro autore. Questo vuole lo Stato di diritto.
Il Tribunale di Trapani è esplicito: i porti libici non sono sicuri, riportarvi i migranti soccorsi in mare è illegittimo e, dunque, reagire, anche con la forza, a tale decisione è legittima difesa e non costituisce reato.