Giulio Marcon è operatore sociale, scrittore e politico. Da sempre impegnato sui temi della cooperazione internazionale e della pace, nel 1992 ha fondato l'associazione Lunaria (di cui è stato presidente fino al 2010) e nel 1999 ha dato vita alla campagna “Sbilanciamoci!” (di cui è stato portavoce fino al 2013). Nel 2008 ha fondato con Goffredo Fofi le Edizioni dell'Asino, che organizzano dal 2010 a Roma il Salone dell'editoria sociale. Nella scorsa legislatura è stato deputato al Parlamento, nel Gruppo di Sinistra italiana. Collabora con riviste e quotidiani tra cui “il manifesto”.
Contenuti:
CGIL e UIL hanno proclamato lo sciopero generale contro una legge di bilancio deludente, compromissoria, inidonea ad affrontare la crisi sociale in atto. Il diffuso stupore per la scelta del sindacato è frutto di ipocrisia o dell’assuefazione al pensiero unico che sostiene il Governo Draghi con la benedizione di Confindustria. Se non ora quando uno sciopero generale?
L’Italia esce sconfitta nel confronto con la Spagna sui rispettivi Piani di Ripresa e Resilienza: mentre a Madrid, pur con alcuni limiti, si possono intravedere le premesse per un nuovo modello di sviluppo, il nostro PNRR assomiglia a una grande e affastellata manovra finanziaria, a cui mancano respiro e visione strategica.
A primavera il Governo aveva risposto in modo adeguato all’irrompere della pandemia. Per questo andava difeso. Ma oggi il giudizio va ribaltato: di fronte al ritorno del contagio l’esecutivo si è mostrato impreparato e incapace di una visione generale. E non consola il fatto che analoga incapacità abbiano mostrato le regioni e l’opposizione.
Il progetto di una “guardia civica” di cassintegrati e disoccupati per controllare il rispetto delle prescrizioni anti Coronvirus sembra naufragato. Per fortuna, ma resta il messaggio sbagliato: non servono guardie civiche, ma il potenziamento del welfare e un sostegno al volontariato.