Gad Lerner è nato nel 1954 a Beirut da famiglia ebraica emigrata in Palestina ancor prima della fondazione dello Stato ebraico. Ha vissuto a Milano dall’età di 3 anni. Si avvicina al giornalismo nel 1976, scrivendo su “Lotta Continua”. Oggi collabora con “Il Fatto Quotidiano” dopo avere collaborato con “Il Lavoro”, “L’Espresso”, “La Stampa”, il “Corriere della Sera”, “Repubblica” e con la Rai e La7. Tra i suoi libri: “Operai” (Feltrinelli, 1988); “L’infedele. Una storia di ribelli e padroni” (Feltrinelli, 2020); “Noi, partigiani. Memoriale della Resistenza italiana” (con Laura Gnocchi, Feltrinelli, 2020).
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Nonostante tutta l’innovazione tecnologica, l’automazione, la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale, restano sempre, in Italia, almeno cinque milioni di operai. Eppure da più di trent’anni essi sono come cancellati dalla scena pubblica. E, per l’informazione, la questione operaia è sostanzialmente dimenticata, tanto da essere una non-notizia.
Si chiama “ius culturae” e prevede la concessione della cittadinanza ai minori stranieri nati in Italia che vi abbiano compito un ciclo scolastico. Per ora è un disegno di legge ma già, a sinistra, si dice che non è una priorità. Quando si smetterà di rinunciare anche alle battaglie più ovvie “per non fare un favore alla destra”?
Da 20 anni i governi, di ogni colore, considerano l’immigrazione un’emergenza da tamponare. Con i risultati ben noti. La domanda è, invece, come regolamentare una migrazione economica in cui i fattori climatici e le catastrofi ambientali si legano inestricabilmente alle guerre. Proverà il nuovo Governo a darle risposte?