Chiara Foà, laureata in storia contemporanea, insegna da vent'anni materie letterarie nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado. Ha scritto “Gli ebrei e i matrimoni misti. L'esogamia nella comunità Torinese (1866 - 1898)” (Silvio Zamorani editore, 2001). Con Matteo Saudino ha scritto il manuale di educazione civica “Crescere cittadini” e “Il prof fannullone. Appunti di una coppia di insegnanti ribelli nell’esercizio del mestiere più antico del mondo (o quasi)” (Independently published, 2017).
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Nel mezzo della crisi politica, economica e sociale che sta logorando l’Italia, la scuola pubblica è sempre più in difficoltà e non c’è ombra degli investimenti tanto annunciati. I risultati delle prove Invalsi 2021 sono nettamente peggiori dei precedenti e si acuisce il divario tra nord e sud. Ma davvero è tutta colpa della DAD?
A pochi giorni dall’inizio delle lezioni la scuola è nel caos. La pandemia, anziché produrre uno sforzo comune e soluzioni condivise, sta provocando strumentalizzazioni e risse sui media e tra le forze politiche. Se non si cambia registro non si andrà lontano e la sconfitta sarà di tutti.
L’anno scolastico in presenza è finito. Resta la didattica a distanza: con zone d’ombra e potenziali opportunità. Per capire in quale direzione costruire la scuola del presente e del futuro bisogna esaminarle senza manicheismi. Poi la strada da intraprendere dipenderà da noi.