Filippo Ortona è giornalista per la carta stampata e la tv in Francia e in Italia. Nato a Torino nel 1989, vive a Parigi dal 2012. Ha cominciato a scrivere per “Libération” nel 2014 durante le rivolte di Hong Kong. Si occupa di politica, migrazioni e conflitti sociali in Francia e in Medio oriente.
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L’uccisione a Nanterre, da parte della polizia, del diciassettenne Nahel, ha scatenato una violenta rivolta nelle periferie. Lo Stato ha risposto con altrettante durezza: nei primi cinque giorni ci sono stati ben 1.300 arresti. E i giudici seguono, come chiede il ministro. Nella sola Nanterre sono stati celebrati fino a 30 processi al giorno.
Da mesi la Francia è scossa da manifestazioni, scioperi e proteste caratterizzati da un’estrema diversità di pratiche anche volente, accettata da tutti, compresi i sindacati più riformisti, e da un’inedita dialettica tra pezzi radicali e pezzi moderati. La repressione poliziesca si dispiega con una violenza inaudita ma il movimento non accenna a piegarsi. È, anche per l’Italia, una lezione.