Amador Fernández-Savater è un filosofo spagnolo. Molto legato al movimento degli Indignados (2011), quando migliaia, non solo giovani, si accamparono nelle piazze delle principali città, un moto contro il neoliberismo e per inventare nuovi linguaggi e nuove forme di democrazia. Amador ci ha scritto un libro, “Fuera de lugar. Conversaciones entre crisis y transformación”. Cura la rubrica del quotidiano indipendente “El Diario”, una cooperativa di giornalisti, che si chiama “Interferencias”.
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La gestione politica della pandemia propone una nuova versione della strategia della dissuasione praticata durante la guerra fredda: dato che tutti possiamo darci la morte, dobbiamo dissuaderci a vicenda, vigilarci, in una sfiducia di base, nella delazione generalizzata, nell’interiorizzazione collettiva delle norme imposte dall’esterno.
In questi giorni tutti ci stiamo ponendo la domanda su cosa (ci) sta accadendo, sulle nostre paure, sul senso dell’obbedire, sull’isolamento in cui viviamo. Forse è possibile e necessario non chiuderci in noi stessi ma aprirci a un’esperienza collettiva che costituisca l’humus nel quale può nascere una politicizzazione inedita.