Classe 1988. Romana di nascita, elbana di origini, si laurea in Giurisprudenza e si specializza in Relazioni internazionali e Protezione internazionale dei diritti umani. Tra parentesi di studio e lavoro all'estero, ha collaborato con il Ministero degli Affari Esteri e Libera contro le mafie. Ha scritto per il Manifesto, Q-Code Magazine, L'Espresso. Si occupa di politica europea e collabora con il Parlamento Europeo. Nel resto del tempo, quintali di libri, scrittura, musica e viaggi.
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L’Italia che spara è un Paese segnato da povertà e disuguaglianze crescenti e da una criminalità organizzata che su di esse prospera. Non per caso ma perché lì dove mancano politica e diritti, si insediano rimedi che nulla hanno a che fare con la sicurezza, la legalità e, tanto meno, la giustizia sociale.
È stato un 8 marzo di lotta che ha visto decine di migliaia di donne in tutta Italia manifestare per un reddito di autodeterminazione, un salario minimo europeo e un welfare universale, autonomia e libertà di scelta sulle vite e sui corpi. In un Paese in cui la crisi la stanno pagando soprattutto le donne.