Barbara Debernardi, valsusina, è stata sindaca del Comune di Condove in Val di Susa.
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In questi mesi il dibattito sulla scuola ha assunto toni surreali e chiunque si è sentito legittimato a pontificare su tutto, dalla didattica a distanza fino alla data e alle modalità di riapertura. Intanto, per fortuna, nella scuola c’è chi, in silenzio, lavora per definire «come si riapre», ma anche «cosa si dovrà fare», una volta rientrarti.
Ogni giorno sull’autostrada del Frejus il traffico è paralizzato per il cambio turno degli agenti in servizio al cantiere di Chiomonte. Sabato il palazzo di giustizia di Torino è stato chiuso per “timore di manifestazione”. Intanto, Nicoletta è in carcere per interruzione di pubblico servizio. C’è qualcosa che non torna. A dir poco.
«Trasformare i sudditi in cittadini è miracolo che solo la scuola può compiere» scriveva Piero Calamadrei. Il messaggio è stato ben colto dall’Istituto superiore di Oulx, in alta Val Susa, che propone anche quest’anno una “scuola di buona cittadinanza” per tutti. Consapevole che, in una valle di passaggio e di saccheggio, o si vola o si muore
Oggi tutti sproloquiano di TAV ma anni di studio, di mobilitazione, di impegno politico e sociale, di lotta e di sacrificio della Val Susa vengono ignorati, liquidati, calpestati e spazzati via da una diabolica alchimia di ignorante buonafede e calcolata malafede. Naturalmente “per il bene del Paese”…
Ancora una volta la Val di Susa non è stata a guardare e si è mobilitata per l’accoglienza e i diritti. Lo ha fatto il 26 gennaio, vigilia della “giornata della memoria”, nel luogo in cui Primo Levi ha scritto “Se questo è un uomo”. A dimostrazione della inscindibilità di passato e presente.
Egregio Michele Serra, se davvero esistono ancora il diritto e il dovere di cronaca, sabato prossimo venga in piazza Castello. Venga a contarci. Venga a guardarci negli occhi. Venga a porci delle domande. E poi, magari, provi ad ascoltare e a dar spazio alle nostre risposte.
In un “Caffè” di fine ottobre sul “Corriere della Sera” Massimo Gramellini, contestando la scelta della maggioranza del Consiglio comunale subalpino contro la Torino-Lione, evoca l’orgoglio dei torinesi, capaci di resistere ad Annibale. A sproposito e dimenticando quello dei valsusini…