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Elena Marisol Brandolini, giornalista, è italiana per nascita e formazione e spagnola per parte di madre. Laureata in Economia ha conseguito un dottorato in Relazioni Internazionali. Ha collaborato con “Il Fatto Quotidiano” e scrive attualmente per “Il Messaggero”.
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La dichiarazione unilaterale di indipendenza della Catalunya, proclamata dalla Generalitat il 27 ottobre 2017, sta segnando profondamente la storia della Spagna, che vive un’instabilità senza precedenti. In questo contesto 12 leader indipendentisti sono stati condannati a gravissime pene dal Tribunal Supremo di Madrid. Qui la cronaca del processo
Il processo davanti al Tribunal Supremo contro la leadership indipendentista catalana si è concluso con pesanti condanne: esclusa la ribellione è rimasta la sedizione senza violenza. Ora, mentre in Spagna si vota per la quarta volta in due anni, in Catalunya tutto si fa più difficile.
La diciottesima settimana del processo davanti al Tribunale Supremo contro gli indipendentisti catalani è dedicata alle arringhe dei difensori e alle dichiarazioni degli imputati. Poi il presidente dichiara chiuso il dibattimento e riserva la sentenza, che interverrà a settembre o ottobre.
La diciassettesima settimana del processo è dedicata alle requisitorie dei quattro pubblici ministeri che hanno seguito il dibattimento. Essi contestano che ci siano “prigionieri politici”, confermano le imputazioni iniziali e le richieste di pena inizialmente formulate.
Nella sedicesima settimana del processo è la volta dei filmati prodotti dall’accusa e dalle difese. Ad essi si affiancano alcuni passaggi processuali importanti come la precisazione dell’accusa e delle difese. Intanto gli imputati, anche quelli eletti alle Cortes o in Europa, restano in carcere.
La 15ª settimana del processo comincia in ritardo per consentire agli imputati detenuti eletti al Parlamento nazionale di partecipare alla seduta di insediamento. Poi è la volta degli ultimi testimoni e delle prime prove peritali, con il confronto tra consulenti dell’accusa e della difesa.
La 14ª settimana del processo all’indipendentismo catalano è piena di attori diversi. Sfilano davanti alla corte cittadini che andarono a votare nel referendum, volontari dell’Assemblea Nacional Catalana, avvocati, politici, sindacalisti, intellettuali, funzionari della Generalitat.
Nella dodicesima e tredicesima settimana del processo sfilano soprattutto osservatori e cittadini che hanno votato nel referendum del 1° ottobre e descrivono un tranquillo clima di festa. Intanto le elezioni politiche spagnole hanno portato in Parlamento ben cinque degli imputati.
L’undicesima settimana del processo ha visto sfilare come testimoni alcuni politici catalani. Il tema centrale delle deposizioni è stato quello della disobbedienza civile e della non violenza. Ed è emersa una rappresentazione dei fatti del tutto diversa da quella prospettata dall’accusa.
Nella decima settimana del processo, più breve per la scadenza elettorale che vede candidati gli imputati detenuti Jordi Sánchez e Oriol Junqueras, l’accusa ridefinisce la fattispecie del delitto di ribellione: non come sollevazione in armi ma come violenza di tipo ambientale.