Andrea Bigalli, fiorentino, è stato ordinato sacerdote nel 1990. Dal 1999 è parroco a Sant’Andrea in Percussina (San Casciano Val di Pesa). Vice direttore della “Caritas” toscana dal 1998 al 2005 è attualmente referente di Libera per la Toscana e membro del direttivo della rivista “Testimonianze”. Insegna religione nelle scuole superiori di Firenze.
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Pasqua 2023, Pasqua di guerra. E di riflessione. Su un Dio fragile che soffre con gli uomini e per questo è credibile. Pasqua ci propone un Dio radicalmente dedito all’umano. Il Dio dei Vangeli, che ha voluto abitare il creato con sudore, lacrime, sorrisi, lutti e feste e che, per questo, ci interpella con l’unico argomento che vale davvero: l’essere stato con noi. E che ci mostra la strada, nonostante tutto: resusciteremo con lui.
La morte di Aldo Moro è, in Italia, “la storia” per eccellenza, che riassume in sé molteplici riferimenti e significati. Bellocchio li ripercorre in un film in cui spiccano i sentimenti, le angosce, il disagio delle persone che li hanno vissuti: non con una ricostruzione storica ma con i mezzi artistici di chi fa memoria, e dà spazio alle emozioni dei contemporanei, suggerendo tra gli altri i tratti della pietà.
Se il Natale – al di là della menzogna collettiva che siano denaro, consumo e mercato a garantire la felicità – sarà quello che intende il Vangelo, anche letto al di fuori della fede, ci sentiremo ricordare che l’esistenza umana ha un valore incalcolabile. In questo momento storico non c’è idea più sovversiva, più urgente, più di conforto e resistenza di questa.
Se il contesto della vita personale o della Storia indica crisi e lutto e mancano prospettive, è il momento di fare Natale. A tutte e tutti quelli (credenti e non credenti) che vivono per la verità dell’umano, al servizio della giustizia che la tutela, buon Natale. Sarà festa vera, che sfida e vince ogni volontà di dominarci e renderci infelici.
“Il buco in testa” di Antonio Capuano è un film di grande intensità emotiva che esplora un incontro. A Milano, nel 1977, un vicebrigadiere di polizia viene ucciso in una manifestazione da un colpo di pistola. 30 anni dopo sua figlia sceglie di incontrare il responsabile di quella morte. E la vicenda, da individuale, diventa collettiva.
Qualche tempo fa, rivolgendosi a giovani imprenditori e studenti di economia ad Assisi, papa Bergoglio ha sottolineato che la proprietà privata è un valore relativo, subordinato al bene comune. Apriti cielo! Stupore e critiche. Ingiustificati. Ché questo – seppur purtroppo smentito assai spesso dai fatti – è l’autentico pensiero della chiesa.
«Non posso respirare». Un uomo muore a terra: il ginocchio di un altro uomo (un poliziotto) gli schiaccia la gola. L’uomo a terra è nero, il poliziotto è bianco. È tempo di scelte: se accanto a una persona che muore si sta, in ginocchio, in soggezione di chi lo uccide o in difesa dei diritti di tutti.
Da tempo Natale non è più una festa cristiana, meno che mai conserva un significato religioso. Eppure il conformismo che sta nella sua attuale celebrazione è sconfessato dal messaggio del vangelo, di Gesù che, senza usare violenza, dà una schiaffo a mano aperta alla cultura della borghesia del suo (e del nostro) tempo.