Riccardo Barbero ha militato in diverse organizzazioni politiche e sindacali della sinistra. Attualmente pensionato anche dal punto di vista politico. Collabora con i siti workingclass.it e volerelaluna.it
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La globalizzazione è difficilmente compatibile con l’autodeterminazione nazionale e la democrazia ma anche la sua crisi non promette nulla di buono. Le spinte protezioniste della politica americana stanno infatti producendo crescenti conflitti e anche le conseguenze sull’Europa potrebbero essere devastanti.
La guerra in Ucraina è la spia di contraddizioni profonde all’interno della borghesia capitalistica transnazionale. La stagione della globalizzazione volge al termine e lascia spazio ai nazionalismi e a uno scontro aperto tra diversi raggruppamenti di economie e di Paesi capitalistici. Ma quel che sembra emergere è anche, nei singoli Paesi, un conflitto, che può essere decisivo, di quella borghesia con altre classi sociali
La manifestazione nazionale di sabato 25 marzo a Firenze, a sostegno dei lavoratori della ex GKN, ha visto una grande partecipazione e si è conclusa con il progetto di un ampio coinvolgimento popolare per dar vita alla prima fabbrica recuperata italiana interamente ispirata a principi di giustizia sociale e ambientale. Prossima tappa: il rilancio della campagna di crowdfunding già in atto.
Quella della GKN di Campi Bisenzio è una vicenda esemplare di protagonismo operaio. Quando, nel luglio 2021, la fabbrica ha chiuso, i lavoratori non si sono limitati a impedire lo smantellamento degli impianti ma hanno promosso una società di mutuo soccorso, aggregato un ampio consenso sociale e costruito un progetto di riconversione industriale attenta alle esigenze del territorio. Ora li attende la prova più difficile.
La connotazione reazionaria del nuovo Governo è di tutta evidenza. Ma un’opposizione efficace non può fermarsi alla contrapposizione ideologica. L’analisi delle radici sociali del successo elettorale della destra fa ben comprendere che solo il protagonismo dei lavoratori e dei ceti più deboli attraverso le lotte sociali potrà erodere le basi di quel consenso e permettere la costruzione di una rappresentanza politica adeguata.
La destra vittoriosa nelle recenti elezioni politiche non è la fotocopia del fascismo storico, ma nelle mutate condizioni sociali e politiche neppure Mussolini e Italo Balbo userebbero oggi la pratica violenta e la retorica nazionalista di cento anni fa. Restano gli stessi interessi materiali sottostanti e una visione altrettanto conservatrice nei rapporti economici e sociali e reazionaria nei valori culturali.
Mentre nel mondo è sempre più evidente la crisi dell’egemonia americana, il futuro del nostro Paese è stato anticipato da Draghi: qualunque sia il governo che si formerà dopo le elezioni, la sua politica economica è già stata determinata dalla Commissione europea e la sua politica estera (e militare) è già stata determinata da NATO e USA. Il nostro compito è provare a incrinare questa granitica sicurezza.
Negli ultimi decenni il sindacato non ha saputo ridefinirsi in modo coerente con le trasformazioni del mondo lavoro e si è trasformato in una struttura elefantiaca sempre più staccata dai lavoratori. Recuperare il terreno perduto è difficile ma occorre provarci, cominciando con l’unione e la semplificazione delle proprie strutture e l’elaborazione di un punto di vista critico sul modo di produrre e su cosa produrre.
Che fare? Anzitutto conoscere la realtà. Governi e Confindustria ci ammoniscono a non ostacolare crescita e sviluppo. Ma non ci dicono che essi sono sostanzialmente finanziari. Di fatto, ad essere commercializzato come merce è il futuro. Il processo ha investito la stessa industria e, intanto, il 21% delle multinazionali si occupa di finanza.
Stare nei territori e costruire reti è fondamentale ma non basta. È necessario, insieme, definire un progetto alternativo di società, senza il quale i tanti movimenti settoriali non possono produrre cambiamento. Per gran parte del secolo scorso quel progetto è stato il socialismo. Poi è calato il silenzio. Oggi occorre recuperare progettualità e memoria.