Antonio Castore è dottore di ricerca in letterature comparate e autore dei libri "Il dialogo spezzato. Forme dell’incomprensione in letteratura" (Pacini, 2011) e "Grottesco e riscrittura" (Aracne, 2012). Per Bompiani ha tradotto e curato l'edizione critica della 'Commedia degli errori' e di 'Pericle. Principe di Tiro' (William Shakespeare, Tutte le opere, a cura di F. Marenco). Ha collaborato con l'Institute of Cultural Inquiry di Berlino, per il quale ha in preparazione un libro sul tema della lingua madre. Tetraplegico, collabora con diverse associazioni di persone con disabilità.
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Il marciapiede senza rampa, la cena organizzata in un locale non accessibile, l’ascensore non funzionante… Ogni barriera architettonica è un odioso «Tu no!». Che fare? Intanto cambiare, tutti, mentalità: non semplicemente “abbattimento di barriere” ma “accessibilità” e “fruibilità” degli spazi fisici, dei servizi, dei trasporti, degli eventi, della comunicazione, delle “offerte” culturali e turistiche.
Durante la pandemia per un attimo ci siamo scoperti tutti fragili. Ma presto siamo tornati ad attribuire la fragilità ai vecchi, ai disabili, ai malati. Perché le categorie ci proteggono, organizzano il mondo, ma quasi sempre sono bugiarde. Averne coscienza però può essere utile. Ad esempio, per ripartire davvero in modo nuovo.