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Leonardo (Dino) Angelini, psicologo psicoterapeuta, ha studiato Sociologia a Trento e Gruppoanalisi presso la Sgai di Milano. Vive a Reggio Emilia, dove dal 1971 ha lavorato dapprima nel CIM di Jervis, e successivamente nell’Ausl occupandosi sempre di bambini, adolescenti, famiglie, pre-scuola e scuola. È stato responsabile del Consultorio Giovani dell’Ausl di Reggio Emilia.
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La maggioranza dei docenti tende a contrapporre la didattica in presenza a quella digitale. È naturale perché oggi conosciamo bene solo la prima. Ma, in prospettiva, dovremo riuscire a mettere a punto anche una didattica basata sulla “presenza in distanza”. Ci vorrà tempo ma è un obiettivo ineludibile, non solo nell’emergenza.
Il welfare costruito nel nostro Paese nei primi anni ’70 trasformò il sistema dei servizi e mise in primo piano il territorio, inteso come insieme di pratiche condivise. Il liberismo e le privatizzazioni degli ultimi decenni lo hanno smantellato. Oggi occorre ripensarlo e ricostruirlo su basi nuove. La pandemia può farci aprire gli occhi.
La psicologia è nata tardi in Italia. Ma gradualmente, dopo la legge 180, una schiera di psicologi aveva cominciato a operare utilmente, nel pubblico, in un lavoro di équipe con psichiatri e operatori critici. Oggi quella stagione sembra chiusa mentre fioriscono, nel privato, psicoterapeuti incapaci di un lavoro di gruppo.
Lo stato di clausura, cui il Coronavirus costringe bambini e adulti, rende ancora più centrale e “terapeutica” nella vita di noi tutti la possibilità di “giocare questo mondo” pericolosamente abitato dal virus; e di farlo lasciandosi avvincere dalle trame favolose e illusorie di fiabe e racconti. Sfidando la lugubre pesantezza cui ci obbliga il virus.
La legge elettorale lo permetteva e così, domenica, ho seguito contemporaneamente la testa e il cuore: con la prima ho contribuito a bloccare Salvini, con il secondo ho abbracciato (inutilmente) i compagni di sempre. Ma lo scarto tra gli ideali e gli attuali condottieri di una sedicente sinistra è tale che non potrò farlo ancora.
A voi che vi disperate perché il vostro voto rischia di non fare da tappo al dilagare del razzismo e del fascismo di Salvini. C’è un modo di moltiplicare il voto per due: in modo che da una parte votate là dove vi porta il cuore; dall’altra dove vi porta l’angoscia per l’arrivo di questa destra devastante. Si chiama voto disgiunto.
L’inchiesta sugli allontanamenti di minori dalle famiglie per asseriti abusi avvenuti a Bibbiano è diventata un “caso politico”. Non è un bene ed è importante che l’indagine faccia il suo corso senza strumentalizzazioni. Ma, intanto, occorre verificare il contesto sanitario e sociale in cui i fatti sono intervenuti.
Siamo in vista di una possibile regionalizzazione della scuola in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Ciò comporterebbe una ri-definizione di quel luogo chiamato classe, di quel tempo chiamato orario delle lezioni e, soprattutto, di quel campo fatto di contenuti e di metodi, di pedagogia e di didattica.
Le migrazioni sono la storia dell’umanità e, nel medio termine, producono crescita e ricchezza. Ma portano anche con sé incomprensioni, sofferenze, traumi. Occorre affrontarli, a livello individuale e con forme di governo del fenomeno rispettose dei diritti fondamentali di tutte le parti coinvolte.