Sociologo, dal 1986 dirige il consorzio AASTER, di cui è fondatore. Tiene il corso “Società, territorio e globalizzazione” allo IULM. Scrive su Vita, Manifesto, Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore dove cura la rubrica “microcosmi”. E’ responsabile della collana “Comunità concrete” per la casa editrice Derive Approdi e ha fondato e diretto il periodico “Communitas”. Negli anni ’90 ha promosso, insieme con Carlo Borgomeo le “Missioni di sviluppo” nell’ambito della Legge 44 per l’imprenditorialità giovanile, e i “Patti territoriali per lo sviluppo” nell’ambito dell’esperienza al CNEL, presieduta da Giuseppe De Rita (1989-2000). Le sue ricerche sono orientate in particolare sulle trasformazioni della composizione sociale nei contesti urbani ed extra urbani, con riferimento al mutamento del rapporto tra smart city e smart land, ai processi migratori, ai fenomeni di vulnerabilità e marginalità sociale, alle forme di convivenza nelle comunità locali e nei quartieri metropolitani. Tra le sue pubblicazioni più recenti: Nel labirinto delle paure (con Pierfrancesco Majorino) Bollati Boringhieri, Torino 2018; Tessiture sociali (con Francesco Pugliese) Egea Bocconi, Milano 2018; La società circolare (con Federico Della Puppa e Roberto Masiero) Derive Approdi, Milano 2016; Il vento di Adriano (con Marco Revelli e Alberto Magnaghi), Derive Approdi, Milano 2015; Dalla smart city alla smart land (con Roberto Masiero), Marsilio, Venezia 2014; Dialogo sull’Italia (con Giuseppe De Rita), Vita-Feltrinelli, Milano 2014; Il capitalismo in-finito, Einaudi, Torino 2013; Elogio della depressione (con Eugenio Borgna), Einaudi, Torino 2011.

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umano e disumano

Tra umano e disumano: andar oltre l’afasia

Occorre frenare questa triste euforia guerresca che serpeggia nel metaverso e far capire quanto anche noi abbiamo bisogno di bere pace raccontando l’arsura delle nostre analisi. La guerra con il suo pietrificarci nella logica binaria amico-nemico si può fermare solo ricostruendo, mettendo in mezzo tra l’umano e il disumano le forme di convivenza.

Sotto la pelle dello Stato

Più che sul “quanto Stato” occorre interrogarsi sul “quale Stato”. Alla ricerca di tracce di comunità che nel mettersi in mezzo tra Stato e Mercato sappiano prendersi cura del vivente e dell’ambiente, per attraversare il deserto che ci pare “la fine di un mondo“ andando verso l’altrove, come il “pio” Enea con sulle spalle il vecchio padre Anchise.

La vita nuda tra Immunitas e Communitas

Un lungo percorso di ricerca militante alla prova del virus. Se Covid 19 ci sbatte in faccia un futuro senza avvenire con una solitudine da Immunitas, il mettersi in comune porta invece a riscoprire quello che l’arroganza della disintermediazione e dell’individualismo proprietario voleva cancellare. La forza della comunità di cura che si fa comunità operosa.