L’inquinamento, i boschi urbani e l’arte italica di arrangiarsi

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Tra le tante azioni previste dal PNRR vi è il progetto rivolto ai territori di 14 Città metropolitane, sempre più esposte a problemi legati all’inquinamento atmosferico, all’impatto dei cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità, con evidenti effetti negativi sul benessere e sulla salute dei cittadini. La misura include lo sviluppo di boschi urbani e periurbani, attraverso la piantumazione di almeno 6.600.000 alberi (per 6.600 ettari di foreste urbane). Gli obiettivi principali dell’Intervento sono rivolti: a migliorare la qualità dell’aria e della vita in 14 Città metropolitane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Palermo, Firenze, Genova, Milano, Messina, Napoli, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia) e a tutelare la biodiversità. L’investimento prevede, a valere sulle risorse stanziate per il PNRR, un importo complessivo di 330.000.000 euro, suddiviso tra “Progetti in essere” e “Progetti nuovi”, di cui € 300.000.000,00 per i “Progetti nuovi”. Per l’attuazione dell’investimento, presso il Ministero è stata costituita una qualificata cabina di regia, che – come per la fantomatica “apertura di un tavolo” – alla bisogna non ci facciamo mai mancare.

Non furono pochi gli esperti che di fronte a tale progetto si dimostrarono alquanto scettici: numeri e pareri alla mano, dissero, che gli oltre 6 milioni di alberi promessi dal PNRR rappresentavano un traguardo quasi impossibile da raggiungere, sottolineando come il piano del Governo avesse una serie di punti deboli e i soldi messi a disposizione sembravano essere insufficienti. E ci fu chi arrivò addirittura a profetizzare chea causa della carenza della materia prima e della scarsità delle risorse alla fine ci saremmo ridotti a piantare semi e piantine. Esperti restati, ovviamente, inascoltati.

Il target prefissato prevedeva di piantare almeno 1.650.000 alberi entro la scadenza del 31 dicembre 2022, ma l’obiettivo è stato conseguito con la messa a dimora appunto di piantine di specie arboree e arbustive, ritenendo che possa equipararsi la semina in vivaio con la messa a dimora delle specie arboree presso le singole aree oggetto di forestazione. Un’equiparazione che fa storcere il naso ai più e che potrebbe soprattutto non essere condivisa dalla Commissione Europea, con gravi pregiudizi per il raggiungimento del target previsto.

Ma a non essere del tutto convinta che agli alberi si possano sostituire i semi per ora è la Corte dei conti, la quale in una delibera del 14 marzo scorso (https://www.corteconti.it/Download?id=063b635c-4f44-4715-b94f-96947b0a8397) ha messo in fila una serie di criticità e dubbi che potrebbero compromettere il raggiungimento dei target entro le scadenze, invitando il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica a chiedere un chiarimento alla Commissione Europea circa l’interpretazione che semi e piantine siano da equiparare ad alberi.

Scrive la Corte dei conti che: «In sede di sopralluogo, sono stati riscontrati significativi ritardi di esecuzione e, soprattutto, l’inefficacia della messa a dimora delle piante rinvenute già secche, per cui l’Amministrazione dovrà provvedere con celerità al recupero del tempo trascorso e all’accertamento della qualità dei singoli interventi». Aggiungendo che «controlli svolti dai Comandi territoriali dei Carabinieri hanno rilevato che solo alcune Città metropolitane sono andate oltre la fase di progettazione e la quasi totalità di esse ha piantato in vivaio semplici semi, invece di collocare piante già cresciute nei luoghi prescelti». E sottolineando che «i magistrati contabili dubitando dell’effettiva equivalenza tra coltivazione dei semi e piantumazione di alberi già adulti hanno invitato – ai fini della corretta realizzazione del progetto – il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ad acquisire un pronunciamento certo in materia da parte della Commissione Europea e a vigilare sia sulla corretta ed efficace esecuzione dei lavori in ogni Città interessata, sia sulla tempestiva attuazione delle fasi successive del Piano, per scongiurare ritardi in grado di pregiudicare il raggiungimento dell’obiettivo legato ai 6.600.000 alberi da piantare entro il 31 dicembre 2024».

Dobbiamo sperare insomma che il “genio italico” ancora una volta possa consentirci di “farla franca”. E siamo soltanto all’inizio. Con la gestione di questo PNRR ne vedremo delle belle!

La foto della homepage è tratta dal sito del Ministero dell’Ambiente

Gli autori

Giovanni Caprio

Giovanni Caprio, pubblicista, già ricercatore sociale e direttore di istituzioni pubbliche e di fondazioni private, si occupa prevalentemente di governo locale, partecipazione e beni comuni.

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