Le chiacchiere della COP27 e le alternative possibili

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Come stanno andando le cose con il clima? Sotto certi aspetti, malissimo. La COP27 in Egitto si trascina stancamente verso una “non-conclusione” a base delle solite chiacchiere, senza che nessuno si preoccupi di proporre qualcosa di concreto. Il discorso del clima sembra completamente sparito dalla cronaca, dominata dalla guerra, dalla crisi energetica, e dalla cruciale questione se si debba dire “la presidente” o “il presidente” del consiglio. La COP27 non ha nemmeno provato a proporre delle riduzioni delle emissioni di CO2, come facevano di solito le COP precedenti. In ogni caso, indipendentemente da quello che dicono o propongono un gruppo di persone dai capelli bianchi riunite in una stanza da qualche parte, le emissioni continuano a crescere. Questo anche perché la crisi energetica sta spingendo i governi ad attaccarsi a quei combustibili sporchi, come il carbone, che però sono ancora disponibili. Aggiungendo danno alla beffa, il gas naturale, definito ufficialmente “combustibile sostenibile” dal Parlamento europeo, si sta rivelando peggio del carbone in termini di emissioni. Per non parlare poi dei vari disastri ecosistemici in corso.

Ma aspettate a cliccare via da questa pagina. Ci sono alcuni elementi che ci danno qualche speranza. Uno è che, anche se le temperature continuano a salire, crescono per ora in modo abbastanza lineare. In altre parole, non c’è ancora evidenza del temuto “tipping point” che ci potrebbe catapultare in un mondo surriscaldato dove non potremmo sopravvivere. Attenzione: il fatto che “non c’è evidenza” non vuol dire che non arrivi, e nemmeno che non arrivi a breve scadenza. È solo che probabilmente abbiamo ancora qualche anno prima di ritrovarci sulla discesa che porta verso l’estinzione.

Una notizia, se non buona, diciamo perlomeno che porta qualche speranza è che la produzione di combustibili fossili è in stallo in molte zone produttive. Altre sono in netto declino. Non è che la produzione globale stia calando, ma ci sono segnali che potrebbe cominciare a calare nel prossimo futuro. Non è impossibile che l’esaurimento faccia di più delle verbose dichiarazioni delle varie COP per ridurre le emissioni di CO2. Poi, ci sono delle buone notizie dal fronte della ricerca scientifica. Una è che sta venendo fuori con grande evidenza l’importanza delle foreste nel controllo del clima terrestre. Le foreste tengono la temperatura sotto controllo per una serie di effetti fisici che non hanno a che fare con la concentrazione di CO2. Questo ci offre una via di uscita forse più semplice nel breve termine di quella di ridurre le emissioni di CO2. Attenzione. La parola magica è “riforestare”, che è una cosa diversa da piantare alberi più o meno a casaccio come stanno facendo i sindaci un po’ ovunque per poi vederli morire alla prima botta di siccità. Per controllare il clima, occorrono foreste vitali e ben gestite, altrimenti si fa peggio. Un’altra buona notizia è la crescita prorompente delle energie rinnovabili. È una cosa veramente stupefacente come siano “decollate” negli ultimi 10 anni circa. Proprio quest’anno, fotovoltaico e vento, da soli, hanno raggiunto e superato la produzione di energia nucleare a livello mondiale – e continuano a crescere rapidamente, mentre il nucleare, poveraccio, fatica a mantenere il livello che aveva raggiunto negli anni 1980. Se poi aggiungiamo le altre fonti rinnovabili, principalmente geotermico e idroelettrico, le cose vanno ancora meglio. Al momento, l’energia da fotovoltaico e eolico costa meno di un quinto dell’energia nucleare e forse un decimo di quella da combustibili fossili. In più, prende poco spazio, non inquina, non emette CO2, gli impianti durano a lungo. Adesso, l’unica cosa che può fermare la rivoluzione rinnovabile è la burocrazia, e questo per fortuna non è un irrisolvibile: basta volerlo fare.

Insomma, abbiamo delle grosse opportunità. Se prendiamo al volo l’occasione della rivoluzione rinnovabile, in tempi dell’ordine di un decennio o due possiamo eliminare quasi completamente i combustibili fossili dal mix energetico mondiale. E questo senza bisogno di ricorrere al nucleare, pericoloso e inquinante per tante ragioni. La produzione di energia rinnovabile si può fare ovunque, eliminando una delle ragioni principali per le varie guerre in corso, ovvero l’accaparramento delle risorse energetiche nella forma di combustibili fossili. Poi, quando avremo energia rinnovabile abbondante e a buon mercato, potremo usarla per rimediare ai danni fatti dagli esseri umani negli ultimi secoli: ripulire gli ambienti inquinati, riforestare, ricostruire gli ecosistemi distrutti. Se ci riusciamo, il riscaldamento globale non sarà più un problema.

Lo possiamo fare. Intanto, cominciate con un pannello fotovoltaico che potete mettere sul vostro balcone. Si chiama microfotovoltaico, non richiede procedure burocratiche, lo comprate e lo attaccate a una spina. Tutto lì. Vi riduce la bolletta elettrica di un 10%, fa bene al vostro portafoglio, al pianeta, e date anche il buon esempio! Cosa potete volere di più?

Gli autori

Ugo Bardi

Ugo Bardi è membro del Club di Roma ed è stato docente di Chimica Fisica presso l'Università di Firenze fino al 2022. Si occupa di esaurimento delle risorse naturali, di dinamica dei sistemi, di scienza del clima e di energie rinnovabili. Ha editato il recente rapporto del Club di Roma dal titolo "Limits and Beyond" (2022) ed è l'autore di alcuni libri recenti, fra i quali "Il Mare Svuotato" (2019). Gestisce un blog scientifico denominato "Effetto Seneca". È anche autore di un gran numero di testi di divulgazione scientifica su varie riviste.

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One Comment on “Le chiacchiere della COP27 e le alternative possibili”

  1. L’eclissi del capitalismo è un libro di Jeremy Rifkin pubblicato da Mondadori nella collana Oscar saggi.
    Ad ogni epoca la sua evoluzione! E poi all’improvviso nuove tecnologie si impongono e l’Uomo non può fare a meno di adeguarsi. Speriamo che anche questa volta succeda prima della catastrofe! Partecipiamo! Auguri alla Vita sulla Terra!

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