Lettera aperta a Nicola Zingaretti, segretario del PD

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Caro dr. Zingaretti,

ho sentito uno di questi giorni da un organo di informazione che lei annunciava la prossima nascita di un nuovo soggetto politico che sostituirebbe il PD e che avrebbe sommamente a cuore il problema ambientale. Le confesso che nello scrivere queste righe mi sembra di sparare sulla Croce Rossa o di rubare le caramelle ai bambini, ma fa lo stesso.

Io ho conosciuto per esperienza diretta – avendo vissuto prima a Savona, poi a Torino – la politica dell’allora PCI, poi negli anni camaleonticamente trasformatosi in PDS, DS, PD, senza che notassi alcunché di diverso nell’attenzione all’ambiente e al territorio.

Essendo nato negli anni Cinquanta dello scorso secolo ho avuto modo di assistere alla depredazione della mia terra ad opera dei governi di sinistra, ho visto nascere ovunque nel Ponente ligure palazzi desolatamente vuoti per undici mesi all’anno, palazzi che hanno preso il posto degli sciti (gli orti, in dialetto) di modo che quelle che erano le specialità agricole della mia terra sono diventate presidi Slow Food, tanto si sono rarefatte. Il tutto in spregio, tra l’altro, dell’art. 42 della Costituzione. Ho visto la svendita dei beni comuni a favore di un ceto privilegiato (chissà come mai il bacino elettorale della sinistra è a Torino la collina e a Roma i Parioli: se lo è mai chiesto?). Le consiglio di leggere Il fallimento perfetto del giornalista Bruno Lugaro (lo trova gratis in rete) che racconta la triste storia dell’alienazione di un’area demaniale in Savona per realizzare alloggi per ricchi. Si tratta del Crescent dell’archistar Bofill, lo stesso autorizzato a Salerno, guarda caso, sempre da un esponente di sinistra, Vincenzo De Luca. Ho visto l’espandersi dei porti turistici, anch’essi destinati a un ceto benestante, porti che hanno significato la privatizzazione del mare e della costa, l’erosione di spiagge, l’inquinamento marino. E chi li spinse se non un governo di sinistra e un ministro di sinistra come Claudio Burlando?

Poi mi sono trasferito a Torino, anzi, prima in Val di Susa. Ho seguito in prima persona la vicenda TAV. La prego, non mi dica che la maggiore opera pubblica italiana viene realizzata per tutelare l’ambiente perché allora davvero non riesco a trattenere un riso amaro. Anche qui parlo a ragion veduta, avendo fatto parte del pool dei legali No TAV, che ha visto negli anni i tripli salti mortali che ha fatto la sinistra pur di giustificare un’opera ingiustificabile, addirittura alterando le previsioni di traffico.

E veniamo a Torino, dove attualmente dimoro. Torino è stata quasi sempre in questi decenni governata dalla sinistra. Oggi è una delle città più inquinate d’Europa. Viverci significa mettere in conto di morire probabilmente prima che in altre città. E anche qui cemento, privatizzazione di beni comuni (la Cavallerizza Reale), abbattimento di edifici storici (la ex Diatto). La storia si ripete sempre uguale e non mi pare che diversa sia la situazione a Milano, guidata dalla sinistra, con la più alta percentuale di consumo di suolo in Italia, insieme a Roma (non lo dico io, lo dice l’ISPRA).

Non la voglio annoiare. Lei queste cose, da persona intelligente e informata, le conosce bene.

Concludo con un episodio del tutto marginale ma illuminante. In questi giorni sono capitato in un’area giochi realizzata da un’amministrazione di sinistra in centro a Torino: le allego le foto. Mi dica: in tutta onestà, le sembra un’area pensata da una amministrazione che ha a cuore gli uomini e il loro ambiente, non importa se urbano o no? Lei ci porterebbe un bimbo a giocare lì?

Dr. Zingaretti, fatte queste premesse, mi permetta di dubitare che un nuovo soggetto di sinistra possa aver a cuore l’ambiente: la vostra storia, il vostro DNA, le lobbies che vi sostengono, le persone che operano a nome vostro testimoniano che ciò è letteralmente impossibile.

Mi permetta: lei mente sapendo di mentire.

Gli autori

Fabio Balocco

Fabio Balocco, nato a Savona, risiede in Val di Susa. Avvocato (in quiescenza), ma la sua passione è, da sempre, la difesa dell’ambiente, in particolare montano. Ha collaborato, tra l’altro, con “La Rivista della Montagna”, “Alp”, “Meridiani Montagne”, “Montagnard”. Ha scritto con altri autori: "Piste o peste"; "Disastro autostrada"; "Torino. Oltre le apparenze"; "Verde clandestino"; "Loro e noi. Storie di umani e altri animali"; "Il mare privato". Come unico autore: "Regole minime per sopravvivere"; “Poveri. Voci dell’indigenza. L’esempio di Torino”; "Lontano da Farinetti. Storie di Langhe e dintorni"; "Per gioco. Voci e numeri del gioco d'azzardo". Collabora dal 2011, in qualità di blogger in campo ambientale e sociale, con Il Fatto Quotidiano.

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