In effetti, cosa ci potrebbe essere di più appropriato? Nel bel mezzo di una guerra di aggressione nazionalista e imperialista, a chi va a intitolare il suo principale parco pubblico la cittadina maremmana di Orbetello? Ma al gerarca fascista Italo Balbo, governatore della Libia per conto del Duce e del Re Imperatore. Non fa una piega.
E meno male che la lista civica (che rappresenta Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia e Udc) cui appartiene tutta la giunta, si chiama Patto per il Futuro: nome perfetto per un’operazione di revisionismo nostalgico fascista che riporta Orbetello a un passato vecchio di 80 anni, a quel 1940 nel quale Balbo fu abbattuto nei cieli fatali di Libia. La mozione ufficiale della giunta guidata dal sindaco Andrea Casamenti, dice vilmente che la dedica sarebbe stata decisa per «motivi esclusivamente aviatori». Tenuto conto che «Balbo è sepolto nel cimitero di Orbetello», che «il nome di Balbo è già presente nella toponomastica di molte città italiane e straniere, che «le note trasvolate atlantiche» sono «partite da Orbetello», e che Balbo «ha ben saputo portare come aviatore il nome di Orbetello nel mondo». Ora, le molte metropoli italiane che hanno strade intitolate a Balbo sono Itri, Castel Volturno, Minturno e Monteroduni: che semplicemente non hanno (negligentemente) rimosso le dediche odonomastiche decise sotto il fascismo. Quanto alla Balbo Drive di Chicago (che esiste da quando lì arrivarono gli idrovolanti italiani), l’ultimo tentativo di cambiarle il nome (2020) è stato arginato dall’intervento di Vincenzo Arcobelli, presidente del Comitato Tricolore Italiani nel Mondo, già candidato con Fratelli d’Italia alle elezioni per la circoscrizione nordamericana. Un’appartenenza politica che dimostra, se ce ne fosse bisogno, che tutto questo zelo per Balbo non serve a conservare la storia, ma a conservare accesa la fiamma. Del resto, la dedica orbetellana è spuntata, guarda un po’, dopo che l’opposizione democratica in consiglio comunale aveva presentato una mozione per conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre. Mozione poi saggiamente ritirata: per non stare allo sporco gioco che voleva legittimare la dedica a un carnefice barattandola con il riconoscimento a una vittima.
Che tutta l’operazione toscana sia intrisa di grossolano revisionismo, lo dimostra la mozione presentata dalla Lega nel Consiglio Regionale della Toscana. In essa si sostiene la dedica a Balbo per «il ruolo fondamentale che avrebbe, per il nostro Paese e per la Toscana, il definitivo superamento degli steccati ideologici quando si parla della storia recente del nostro paese, anche nell’ottica di ricostituire un sentimento che unisca tutti i Cittadini, per la nostra identità e la nostra storia». Lo “steccato” da superare sarebbe quello che separa e distingue fascismo e antifascismo: e si chiama Costituzione della Repubblica. Ma il passaggio più mirabile della mozione (un passaggio comico, se non fosse tragico) è quello in cui si afferma solennemente che «tutti i periodi della storia d’Italia meritano attenzione, anche quando alcuni di questi hanno avuto, nella loro complessità, anche qualche implicazione negativa». Qualche implicazione negativa! L’omicidio di Matteotti, quello dei fratelli Rosselli, il partito unico, il totalitarismo, le leggi razziali, l’alleanza con Hitler, la Seconda guerra mondiale, il rastrellamento del Ghetto di Roma, l’Olocausto, le Fosse Ardeatine, la semidistruzione del Paese… qualche implicazione negativa!
Italo Balbo, ricorda l’Anpi in un efficace profilo, «intende la politica come violenza, e di ciò avrà modo di fornire parecchi esempi dopo l’iscrizione e la rapida ascesa gerarchica nelle file del fascismo, al quale aderisce prestissimo. […] Inizia subito la sua attività di “ras” dell’area ferrarese, con continue spedizioni contro uomini e cose del movimento di sinistra, assaltando, picchiando selvaggiamente, distruggendo Camere del lavoro e sedi del Partito socialista e delle leghe contadine. Presto, a lui e alle sue bande di rozzi picchiatori, il territorio ferrarese non basta più. Dopo l’assalto al Castello Estense di Ferrara, la violenza, protetta dalle forze dello stato, delle squadre di Balbo si rivolge contro Bologna, Ravenna, Modena. E poi a Parma, con ventimila uomini venuti da tutto il nord per dare una lezione a chi resisteva ancora nell’agosto del 1922. Proprio qui, tuttavia, Balbo e i suoi trovano una resistenza tale che, dopo due giorni di assalti ai quartieri dell’Oltretorrente, devono desistere e ritirarsi». Dopo un secolo tondo, ecco Balbo santificato. Una storia davvero edificante per i nonni che dovranno raccontare ai nipoti chi era quel signore a cui il sindaco ha appena dedicato il parco dove stanno passeggiando.
Pochi giorni fa, dopo un’interrogazione parlamentare di Sinistra Italiana, l’Aeronautica Militare ha cancellato l’intitolazione a Balbo di un aereo utilizzato per i voli di Stato. Meglio tardi che mai: ora la parola è alla Prefettura di Grosseto, dove si spera sia disponibile una copia della Costituzione della Repubblica. Oltre a un po’ di buon senso.
Ha dimenticato di ricordare il ruolo di Balbo nell’omicidio di don Minzoni e dei successivi insabbiamenti del processo agli esecutori materiali dell’omicidio.